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Non sono all’altezza! Ma mi faccia il piacere! La paura di non essere all’altezza è un’esperienza importante che segna la crescita di ogni individuo.

La paura è un’esperienza importante che segna la crescita di ogni individuo. Mi risulta che una delle paure più diffuse è quella di non essere all’altezza. Quante volte ho avuto paura, quante energie dedicate all’ombra di me stesso scambiando la luna con il dito che la indica. Questa proiezione è ancora in pieno svolgimento e al momento non si intravedono i titoli di coda. Però nel tempo qualcosa è cambiato, mi rapporto con essa in maniera sempre più interattiva.

Alzi la tastiera chi non hai mai dubitato di se stesso, delle proprie capacità. Diverse situazioni possono concorrere nel farci sentire non adeguati con il compito che ci attende, magari per altri è una banalità quello che ci preoccupa, ma per noi no!

Anche se quello che ci attende può essere facile come scavalcare una siepe quando la paura prende il sopravvento non c’è ragione che tenga. In quei momenti la sensazione può far immergere in un film dove sembra di dover scalare una torre altissima senza il necessario equipaggiamento.

E allora? direte voi e magari continuando esclamerete: “che ci posso fare se è così?” Intanto possiamo rifare il conteggio dell’altimetria. Magari stiamo usando un gps mal tarato. Lasciamo da parte per un momento il bisogno di avere la conferma immediata delle nostre aspettative o almeno proviamoci. Fidiamoci almeno per un istante di noi stessi, della nostre possibilità, che sicuramente sono maggiori di quanto indichino le nostre imperfette strumentazioni.

Diamoci la possibilità di sentire che non siamo quella paura. Sì perché noi siamo ben altro. In quel preciso momento siamo sia quella parte che sta percependo, ma siamo anche quello che sta osservando tutto ciò che sta succedendo. La paura di non essere all’altezza è data da un difetto di percezione delle proporzioni. Ma non è nel modo in cui lo si tende a considerare abitualmente. Infatti non è causata dal quel sentirsi piccoli di fronte all’ostacolo ritenuto più grande delle nostre possibilità.

Questa è la maschera che ci serve per continuare a rimanere agganciati alle fantasie che albergano in noi. In realtà mascherati dalla paura stiamo affermando al mondo che noi stiamo bene sull’albero, in alto, e non vogliamo venire giù dal pero. Perché dovremmo scendere dato che abbiamo diverse motivazioni razionali per starcene in disparte. La paura di non essere all’altezza alimenta quella parte di noi che non vuol confrontarsi con la vita anzi la vuole piegare ai propri desideri arroccandosi nella torre della personalità.

Questa parte è pronta a scorgere il nemico appena intravede l’opportunità di dover lasciare quello spazio angusto in cui è asserragliata. Ci lamentiamo della difficoltà di dover sperimentare la paura, ma fino a quando non la lasceremo andare si vede che almeno in parte vogliamo rimanerne imprigionati.

La pratica dell’ascolto di sé, nel tempo, conduce a contattare quelle illusioni con cui foderiamo i nostri occhi, ma soprattutto ci da la possibilità di venire in contatto con quella forza vitale di cambiamento che è inarrestabile. La forza che ci caratterizza nel profondo Vuole essere, niente può impedirglielo veramente, è solo una questione di tempo. Le maschere non possono celare a lungo la luce che ci caratterizza. Fino a che non siamo uniti con noi stessi la vita ci riconduce a rivivere esperienze similari per poterle comprendere sempre più profondamente.

Nello stesso modo in cui agisce un padre consapevole delle qualità del figlio quando ne favorisce l’iscrizione scolastica nonostante l’anno precedente non sia stato promosso. Nell’avvicinarsi verso se stessi quella forza che agiva mascherata dalla paura di non essere all’altezza non è che scompare come per incanto.

Anzi si ripresenta nei momenti più impensabili, furtiva e silenziosa come un ladro nella notte. Allora se avremo la forza di resistere almeno un po’ all’automatismo della coscienza potremo rivolgerci verso quell’energia in maniera commensurata, considerando quello che è in realtà. La paura nasce dall’inganno e la sua ascesa al trono è favorita dalla lontananza dalla nostra natura profonda. Per liberarci dall’usurpatore della corona che ci compete dovremo riuscire a conquistare giorno dopo giorno uno spazio vitale in cui agire sempre un po’ di più la consapevolezza nonostante nel nostro regno prevalga ancora la dittatura della meccanicità delle emozioni e dei pensieri.

Quando la paura di non essere all’altezza reclamerà attenzione dato il ruolo che da molto tempo riveste nella nostra coscienza, potremo iniziare a risponderle nella maniera di Totò in uno dei suoi film: “ Ma mi faccia il piacere”. Per chi vuole attingere alla fonte: http://www.youtube.com/watch?v=6bjQOwXMoPk 

Per meglio approfondire questo e altri argomenti vi rimando alla sezione Psicologia dello Yoga del Portale della consapevolezza Yoga, Vita e Salute https://www.yogavitaesalute.it/

Luca Tomberli

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